Diffondersi oltre. Come un’eco

Pubblicato giorno 27 maggio 2018 - Notiziario

L’eco dei Martiri, l’ormai storico notiziario della parrocchia di Solteri, Centochiavi e Magnete intitolata ai Santi Sisinio Martirio Alessandro, è nato nell’Anno Giubilare 2000 e quindi ha compiuto diciott’anni. Una piena maturità che coincide, anno Domini MMXVIII, con un’importante trasformazione della nostra comunità, affidata a don Mauro Leonardelli insieme ad altre quattro parrocchie della zona di Trento nord.

I confini si allargano, cadono le pareti virtuali tra i quartieri cittadini e s’impone la necessità di perseguire nuove strade nell’annuncio del Vangelo. Alcune di queste sono tracciate in partenza dal diffondersi dei social media e di nuovi strumenti di comunicazione virtuale e digitale. Altre devono essere inventate, superando i confini un po’ angusti e limitati dell’appartenenza territoriale, verso nuovi approdi di confronto e di dialogo. Andando “oltre”, in una parola.

#Oltre. Parola semplice e complessa insieme. Di cinque lettere, come le comunità cui questo periodico dà voce. Andare oltre. Essere oltre. Puntare oltre. Un avverbio che fa tesoro del positivo di ogni pregresso, puntando già al progresso. Che non nega ciò ch’è stato, non lo confina nei ricordi o nei rimpianti come tentazione d’immobilismo, ma cerca di trasformarlo e d’integrarlo in una realtà più ampia e tuttavia non indistinta. Non si può andare oltre senza una base di partenza, perché oltre è sempre “oltre qualcosa” anche quando – come in questo caso – non si dice cosa. Soprattutto, e più ancora, valorizza l’esistente e l’unicità di ogni esperienza facendone tesoro e trasformandola, dandole eco più ampia e più bella.

Tale augurio rivolgo al notiziario che nasce da L’eco dei Martiri, anche ufficialmente, ereditandone l’autorizzazione presso il registro stampe e cambiandone però il nome ad abbracciare nuove comunità. Di grande significato, al riguardo, l’idea di una sezione che raccolga e dia voce all’esperienza condivisa, e di singole sezioni che mantengano, anche nell’intestazione, un solido radicamento territoriale. Come un’eco, #Oltrediffonderà una lingua sola, quella dell’Amore di Cristo che annunciamo. Così avvenne nella Pentecoste, che abbiamo appena celebrato e all’indomani della quale esce il primo numero del nuovo periodico: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio» (Atti 2, 7-11). Siamo cioè chiamati a usare usare la lingua che parla al cuore delle nostre rispettive comunità, annunciando l’identico messaggio di Speranza. Così soltanto ci capiranno. E ci capiremo.

Giovanni Ceschi

18_1_Maggio_2018

prima_copertina_#Oltre